giovedì 15 maggio 2008

LA COSTA SALENTINA IN CANOA



SCHEDA N.14 Da S.Maria : Grotte di Levante Km.12 a/r

Costa: Versante Adriatico
Condizioni meteo: Buono NW.W.- Discreto : N. se venti molto moderati- Traversie : S.SE.E.
Prescrizioni particolari: Poiche’ il Capo di S.Maria di Leuca é esposto in maniera particolare ai venti e segnatamente a quelli provenienti da S, occorrerà accertarsi bene circa le condizioni meteo del giorno d’uscita.
Localita’ base : Il porto.
Come si arriva: Da Lecce superstrada Lecce-Maglie-S.Maria di Leuca.
Imbarco: Dal porto.Oppure da qualche spiaggetta che si trova lungo la strada litoranea principale del paese. (consigliabile perchè è proprio su questa strada che è possibile parcheggiare (a pagamento..).
Auto: Nel porto oppure lungo la strada, come detto in precedenza.

Prendiamo ora in esame due schede preparate per intraprendere due diversi itinerari che però hanno il medesimo “argomento” : Le Grotte di S.Maria di Leuca. Quelle di cui alla presente scheda n.14 (Grotte di levante) e le grotte di cui alla scheda n.14 bis (Grotte di Ponente).
Base di partenza il porto di S.Maria di Leuca .
Preliminarmente va osservato che la penisola salentina termina con due punte o speroni o corni. Punta Meliso a Oriente e Punta Ristola a Occidente (vedi foto cartina). Tra le due punte é la marina di Leuca, ridente luogo di villeggiatura di fronte al quale c’è l’Africa.
Si esce dal porto accostati al molo sulla sinistra, poi si pagaia decisamente verso N. e subito dopo si raggiunge una piccola baia i cui fondali limpidissimi lasciano intravedere alghe numerose.
Il sito non é eccezionale ma può essere considerato “gaio” per la presenza di numerose piante di fiorellini colorati che crescono sulle rocce nude, fenomeno questo da attribuire alla presenza di terra nei buchi delle rocce ed in genere su tutto il terreno.

Ripartiti, si esce dalla baia e si prosegue accostando molto sotto costa, che appare nettamente diversa dal resto delle coste salentine; quasi tutta a strapiombo, molto elevata, dall’aspetto selvaggio, punteggiata da numerose grotte. Molte di esse (forse tutte… e sono 36 ) sono legate ad antiche storie, accadimenti misteriosi, strani personaggi, e quant’altro si viene a sapere dai pescatori del luogo, che tramandano nel tempo i racconti delle “grotte” riportandoli, attraverso colorito ed incomprensibile linguaggio dialettale. Sarebbe utile al Kayaker portare con sé (in un doppio) un pescatore ………“guida”.
Pertanto si comincia l’escursione incontrando quasi subito le grotte Cazzafri, cavità molto profonde due delle quali si uniscono nel fondo.
Accanto vi é la grotta del Morigio di difficile accesso sia dal mare che da terra, conosciuta poiché con una breve immersione vi si introducono coppie di innamorati….., ritenendo questo rituale di buon augurio.
Seguono tre cavità vicine (Grotte di Terradico) dalla caratteristica forma triangolare.
Ancora, la grotta di Porrano con portale alto oltre 20 metri.
Superata quest’ultima si arriva alle grotte di Verdusella, complesso di tre grotte poco distanti tra loro.
Segue la Grotta di Porrano di modesto interesse, buon riparo per i pescatori colti da pioggia.
Si giunge quindi alla grotta dell’Ortocupo, nome dovuto alla profondità e
oscurità della grotta.
Nelle immediate vicinanze si trova la grotta del Soffio alla base della quale, mescolandosi acqua sorgiva con acqua di mare, si viene a creare una forte pressione d’aria che crea un soffio ed uno spruzzo d’acqua. (effetto Morgana).

Il Bagno é d’obbligo. A poca distanza, le due grotte della Vora. La maggiore é alta 25 metri e ci si può inoltrare fino a 40 metri all’interno. La volta presenta un foro circolare da cui il termine “vora”. Non é superfluo annotare che in questo ambiente si ha l’impressione di trovarsi in una grande cattedrale.
Proseguendo sempre verso N si incontra una grotta alta 30 metri, stretta, dal profilo delicato e dallo slancio “solenne” . Trattasi della “Giuncacchia”, grotta la cui forma come descritta é stata paragonata ad un mazzo di giunchi.
Da qui subito dopo, un complesso di cavità apparentemente insignificanti; siamo alle Gobbelle o Cappedde o Grotte del Pesco del diavolo tra cui l’Anga delle Mannute ( Anga: derivante dal dente molare). Ci troviamo in sostanza in un sito : Le Mannute (grosse mammelle) caratterizzato da grotte intercomunicanti a mezza costa con fori circolari di circa 10 metri di diametro, praticamente inaccessibili.
Procedendo ancora, piccole grotte marine tutte vicine tra loro (grotta le Due Pietre, dei Libri, li Giardini, Galateggiu).
Quest’ulima riconoscibilissima per la sua apertura rettangolare.
Fin qui da Leuca abbiamo misurato un percorso circa 6 chilometri in linea d’aria.

L’esatta percorrenza però è maggiore (anche il tempo complessivo), poiché la visita alle numerose grotte impegna molte energie e molto tempo.

Questa considerazione non deve essere sottovalutata perché ancora più a N ci sarebbe da visitare la grotta del Ciolo, molto interessante ma distante ancora km. 2 c.a. dall’ultima sopra indicata.
Premesso quindi che la valutazione circa la prosecuzione verso la grotta del Ciolo debba tenere conto del fattore stanchezza (leggi: nessun approdo sfruttato per riposo, bagno , ecc.ecc.) e del fattore tempo necessario (ancora 30 minuti per arrivarci), si ritiene utile suggerire una attenta “pausa di riflessione”, circa la ulteriore prosecuzione.

Va anche detto che la costa che segue fino alla grotta del Ciolo non presenta particolari interessanti per cui, se si decide di andarci, é consigliabile proseguire speditamente raggiungendola al più presto.

La grotta si presenta di grandi dimensioni con ampio ingresso. I pescatori la indicano come “ucca tu puzzu” (bocca del pozzo). Lo sviluppo della cavità é molto ampio, l’acqua trasparente è freddissima.
Ciò premesso questa grotta, che potremmo definire una piscina coperta scavata nella roccia è quanto di più suggestivo si possa godere per terminare nel modo migliore e dopo la “pausa di riflessione” il fantastico viaggio nelle spettacolari grotte di S.Maria di Leuca.







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