mercoledì 11 marzo 2009
venerdì 16 maggio 2008
LA COSTA SALENTINA IN CANOA (schede)
INDICARE LA SCHEDA (SCHEDA N…) IN ALTO A SINISTRA NELLA FINESTRA ” CERCA BLOG”
Kayak nel salento: Pagaiando coast to coast
A cura di Arnaldo Bonazzi
Kayak nel salento: Pagaiando coast to coast
A cura di Arnaldo Bonazzi
INDICE DELLE SCHEDE
VERSANTE ADRIATICO:
SCHEDA N.1:Da Torre Specchia Ruggeri a S.Foca, Km. 8 a/r
SCHEDA N.2:Da Torre Specchia a Roca, Km.10 a/r
SCHEDA N.3:Da Torre Specchia a Torre dell’Orso, Km.13 a/r
SCHEDA N.4:Da Torre Specchia a S.Andrea, Km.18 a/r
SCHEDA N.5:Da Torre Specchia alle Cesine, Km. 9 a/r
SCHEDA N.6:Da Otranto al Villaggio Mediteranee, Km. 9 a/r
SCHEDA N.7:Da Otranto a S.Andrea, Km.24 a/r
SCHEDA N.8:Da Otranto a Roca, Km.31 a/r
SCHEDA N.9:Da Otranto a Punta Faci, Km. 5 a/r
SCHEDA N.10:Da Castro a Porto Miggiano, Km. 9 a/r
SCHEDA N.11:Da Castro a S.Cesarea, Km.12 a/r
SCHEDA N,12:Da Castro a Porto Badisco, Km.24 a/r
SCHEDA N.13:Da Castro a Marina di Andrano, Km.10 a/r
SCHEDA N.14:Da S.Maria di Leuca:Le Grotte di Levante, Km.12 a/r
SCHEDA N.14BisIS: Da S.Maria di Leuca:Le Grotte di Ponente, Km. 8 a/r
VERSANTE JONICO:
SCHEDA N.15:Da Torre Colimena a Torre Lapillo,Km.18 a/r
SCHEDA N.16:Da Torre Colimena a Torre Chianca, Km.24 a/r
SCHEDA N.17:Da Torre Colimena a Porto Cesareo, Km.28 a/r
SCHEDA N.18:Dalla Strea all’ isola dei conigli, Km. 6 a/r
SCHEDA N.19:Dalla Strea all’ isola della Malva, Km. 9 a/r
SCHEDA N.20:Dalla Strea a Torre Lapillo, Km.14 a/r
SCHEDA N.21:Da S.Caterina a Porto Selvaggio, Km. 4 a/r
SCHEDA N.22:Da S.Caterina a Torre Uluzzo, Km. 8 a/r
SCHEDA N.23:Da S.Caterina alle quattro Colonne, Km. 5 a/r
SCHEDA N.24:Da S.Caterina alla Montagna Spaccata, Km. 7 a/r
SCHEDA N.25:Da S.Caterina a Gallipoli, Km.18 a/r
SCHEDA N.26:Da Gallipoli a Gallipoli, Km. 5 a/r
SCHEDA N.26 Bis: Da Gallipoli a Torre Pizzo, Km.13 a/r
SCHEDA N.27:Da Torre Vado a S.Maria di Leuca, Km.20 a/r
VIDEO
VERSANTE ADRIATICO:
SCHEDA N.1:Da Torre Specchia Ruggeri a S.Foca, Km. 8 a/r
SCHEDA N.2:Da Torre Specchia a Roca, Km.10 a/r
SCHEDA N.3:Da Torre Specchia a Torre dell’Orso, Km.13 a/r
SCHEDA N.4:Da Torre Specchia a S.Andrea, Km.18 a/r
SCHEDA N.5:Da Torre Specchia alle Cesine, Km. 9 a/r
SCHEDA N.6:Da Otranto al Villaggio Mediteranee, Km. 9 a/r
SCHEDA N.7:Da Otranto a S.Andrea, Km.24 a/r
SCHEDA N.8:Da Otranto a Roca, Km.31 a/r
SCHEDA N.9:Da Otranto a Punta Faci, Km. 5 a/r
SCHEDA N.10:Da Castro a Porto Miggiano, Km. 9 a/r
SCHEDA N.11:Da Castro a S.Cesarea, Km.12 a/r
SCHEDA N,12:Da Castro a Porto Badisco, Km.24 a/r
SCHEDA N.13:Da Castro a Marina di Andrano, Km.10 a/r
SCHEDA N.14:Da S.Maria di Leuca:Le Grotte di Levante, Km.12 a/r
SCHEDA N.14BisIS: Da S.Maria di Leuca:Le Grotte di Ponente, Km. 8 a/r
VERSANTE JONICO:
SCHEDA N.15:Da Torre Colimena a Torre Lapillo,Km.18 a/r
SCHEDA N.16:Da Torre Colimena a Torre Chianca, Km.24 a/r
SCHEDA N.17:Da Torre Colimena a Porto Cesareo, Km.28 a/r
SCHEDA N.18:Dalla Strea all’ isola dei conigli, Km. 6 a/r
SCHEDA N.19:Dalla Strea all’ isola della Malva, Km. 9 a/r
SCHEDA N.20:Dalla Strea a Torre Lapillo, Km.14 a/r
SCHEDA N.21:Da S.Caterina a Porto Selvaggio, Km. 4 a/r
SCHEDA N.22:Da S.Caterina a Torre Uluzzo, Km. 8 a/r
SCHEDA N.23:Da S.Caterina alle quattro Colonne, Km. 5 a/r
SCHEDA N.24:Da S.Caterina alla Montagna Spaccata, Km. 7 a/r
SCHEDA N.25:Da S.Caterina a Gallipoli, Km.18 a/r
SCHEDA N.26:Da Gallipoli a Gallipoli, Km. 5 a/r
SCHEDA N.26 Bis: Da Gallipoli a Torre Pizzo, Km.13 a/r
SCHEDA N.27:Da Torre Vado a S.Maria di Leuca, Km.20 a/r
VIDEO
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N.1 : Da Torre Specchia Ruggeri a S.Foca Km 8 a/r
Costa : Versante Adriatico.
Condizioni meteo: Buono : W. SW.NW.e S. se venti molto moderati.
Traversie : N.NE.E.SE.
Localita’ base : Torre Specchia Ruggeri
Come si arriva: Provenendo da Lecce, percorrere la litoranea
S.Cataldo-Otranto; non appena si arriva al mare, si avvistera’ immediatamente la torre. Sara’ possibile fermarsi in una delle numerose spiaggette vicino alla torre e quivi stabilire la base di partenza delle escursioni.
Parcheggio auto: Sui terrapieni vicini alla spiaggia.
Con partenza dalla localita’ di Torre Specchia, si pagaia in direzione S.verso la cittadina di S.Foca, costeggiando un litorale composito contraddistinto da bassa scogliera con numerose insenature e piccole spiagge sabbiose, nella prima parte del percorso, fino a che la scogliera non diventa abbastanza elevata in prossimita’ di S.Foca. In questo tratto di mare sono appariscenti numerosi scogli isolati di varie dimensioni che caratterizzano in maniera esclusiva il sito in discorso. E’ necessario stare molto attenti anche agli eventuali scogli affioranti.
Raggiunta la localita’, si puo’ entrare nel piccolo porticciolo turistico su cui si affaccia un’antica torre di avvistamento completamente ristrutturata (Ahinoi!)
Si potra’ anche facilmente approdare sull’ampia spiaggia che precede il porticciolo citato per un’eventuale sosta riposo. Effettuato un giretto nel porticciolo, si rientrera’ quindi al punto base di Torre Specchia, senza tralasciare di gustare i “ricci di mare” in vendita a pochi metri dalla spiaggia, direttamente dai pescatori che ve li porgeranno aperti in loco.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 2 Da Torre Specchia a Roca Km.10 a/r
Si potra’ proseguire piu’ a S. per “Roca” o “Roca li Posti” o “Rocca Vecchia”, antichissimo borgo le cui origini si perdono nel tempo. Di suggestiva bellezza il tratto di costa che si illustra, in cui si trova la grotta della “Poesia”, antico luogo di culto prima pagano e poi cristiano, oggi invasa dal mare con la cupola non piu’ esistente.
L’entrata nella grotta e la visita all’interno e’ spettacolo indimenticabile.
Nei dintorni scavate nella roccia, grotte e cavita’ a testimoniare abitazioni di popoli primitivi.
Al Kayaker si suggerisce un’attenta visita di tutta la costa che costituisce il piccolo centro di Roca, poiche’ numerose ed interessanti sono le testimonianze storiche “percettibili” proprio dal mare guardando verso terra ove stratificati nella roccia appaiono millenni di storia.
Numerose calette accanto alla Torre faranno felice il Kayaker, che potra’ beatamente “passeggiarci” intorno.
Da notare che e’ visibile una colonna di epoca recente con la statua della Madonna; la costa proprio sotto la torre e’ ricca di grotte alcune delle quali comunicano con macroscopici pozzi che si aprono a monte nell’entroterra.
Da questo luogo, si rientra alla base.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 3 Da Torre Specchia a Torre dell’Orso Km.13 a/r
Ove si voglia proseguire per un itinerario piu’ lungo, si continua ancora verso S. (vedi scheda n.2) per altra interessante localita’: Torre dell’Orso.
Da Roca pertanto si riprende la navigazione sempre verso S. lungo una costa che nel primo tratto e fino a Torre dell’Orso e’ alta e ricca di numerosi anfratti e piccole caverne.
Si arriva quindi in breve a Torre dell’Orso, localita’ che presenta subito una larghissima baia (Cala dell’Orso) di finissima sabbia (pare che sia la piu’ bella del Salento), che si sviluppa a forma di ampio arco fra due punte rocciose con una folta pineta sul terzo lato degradante verso il mare.
La caratteristica del luogo e’ data anche dalla presenza nella baia e verso il costone S. a pochi metri dalla riva, di due gigantesci scogli giallastri che le genti del luogo,chiamano"LedueSorelle".
".....La leggenda narra che due sorelle lasciata la campagna si recarono nella baia e lì soffiava un venticello cosi’ intenso ed ammaliante che la sorella piu’ giovane si sentì attratta dal mare….La ragazza senza esitare si getto’nel vuoto
in un disperato atto d’amore. Alle grida, la dormiente sorella si sveglio’ e si lancio’ in mare nel tentativo di strapparla alla morte, ma… entrambe perirono. Un pescatore udite le grida scruto’ il mare ma non vide nulla se non due alti isolotti…………! "
E dopo questa incredibile storia si puo’ rientrare alla base.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N.4 Da Torre Specchia a S. Andrea Km. 18 a/r
Superato a S. l’aspide che delimita la baia di Torre dell’Orso, ci si avvicina ad altra localita’ con caratteristiche particolari rappresentate da faraglioni di falesia di notevole dimensione, da anfratti e piccole grotte in un mare profumato con fondali policromi.
Il luogo si presenta così al kayaker attraverso uno scenario pittorico e
caratteristico, difficilmente paragonabile ad altre zone. Stiamo parlando della localita’ di “S.Andrea”, villaggio scarsamente abitato in cui si apre anche un piccolo porticciolo spesso aggredito dall’alga del mare, che non consente un eventuale comodo approdo.
L’antica torre e’ scomparsa nel tempo, mentre e’ visibile altro manufatto a forma quadrangolare dipinto a scacchi bianchi e neri, in questo sito necessario essendo punto di rilevamento costiero importante (bassi fondali, ma al largo).
Da questa e da altre limitrofe localita’ nelle giornate serene e limpide e’ possibile scorgere le cime delle montagne della vicina Albania.
Dal citato porticciolo, appena dato “soltanto” uno sguardo verso S. per ammirare la costa che si allunga sempre piu’ verso Otranto , si potra’ fare rientro alla base.
Superato a S. l’aspide che delimita la baia di Torre dell’Orso, ci si avvicina ad altra localita’ con caratteristiche particolari rappresentate da faraglioni di falesia di notevole dimensione, da anfratti e piccole grotte in un mare profumato con fondali policromi.
Il luogo si presenta così al kayaker attraverso uno scenario pittorico e
caratteristico, difficilmente paragonabile ad altre zone. Stiamo parlando della localita’ di “S.Andrea”, villaggio scarsamente abitato in cui si apre anche un piccolo porticciolo spesso aggredito dall’alga del mare, che non consente un eventuale comodo approdo.
L’antica torre e’ scomparsa nel tempo, mentre e’ visibile altro manufatto a forma quadrangolare dipinto a scacchi bianchi e neri, in questo sito necessario essendo punto di rilevamento costiero importante (bassi fondali, ma al largo).
Da questa e da altre limitrofe localita’ nelle giornate serene e limpide e’ possibile scorgere le cime delle montagne della vicina Albania.
Dal citato porticciolo, appena dato “soltanto” uno sguardo verso S. per ammirare la costa che si allunga sempre piu’ verso Otranto , si potra’ fare rientro alla base.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 5 Da Torre Specchia fino alla localita’ “Le Cesine” Km.9 a/r
Da Torre Specchia, con direzione N.NW. si propone altro itineraio che ci portera’ verso una localita’ veramente “vergine” (protetta), caratterizzata dalla presenza di “residui di specchi lagunari”, cioe’ bacini paludosi costieri detti anche “stagni costieri”. Siamo in localita’ “Cesine”, ex paradiso dei cacciatori. Va premesso che dal mare non e’ consentito alcun accesso all’interno; pertanto l’escursione verra’ limitata alla sola vista della costa.
Se forniti di binocolo e’ possibile cogliere il volo delle numerose specie di uccelli che in questo sito fanno tappa di svernamento prima di ripartire.
Da Torre specchia, base di partenza, si prende direzione N.NW. ed a circa Km.4 dalla partenza costeggiando unicamente spiagge sabbiose si arriva alla localita’, che e’ individuabile dal Kayaker per effetto della sottile lingua di spiaggia che delimita la costa orientale del bacino costiero.
Non e’ consentita la navigazione all’ interno dei laghetti e degli stagni, ma e’ possibile una visita guidata a piedi, per la quale occorre entrare dalla strada litoranea.
L'Oasi è raggiungibile dalla litoranea 611 San Cataldo - Otranto ma anche da altri paesi come Vanze ed Acaja, frazioni di Vernole.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 6 Da Otranto all’insenatura del villaggio mediteranee Km. 9 a/r
Costa: Versante Adriatico
Condizioni meteo: Buono : W. SW.
NW.e S. se venti molto moderati.
Condizioni meteo: Buono : W. SW.
NW.e S. se venti molto moderati.
Traversie : N.NE.E.SE.
Localita’ base : Provenendo da Lecce, si dovra’ raggiungere Otranto e quivi il porto. Da Lecce prendere quindi la superstrada per Maglie (Otranto-S.Maria) uscendone al segnale-cartello Otranto subito dopo Maglie.
Altra soluzione sarebbe percorrere la litoranea S.Cataldo-Otranto. (vedi scheda n.1).
Punto d’imbarco: L’unica piccola spiaggia nel porto di Otranto.
Parcheggio auto: Sui terrapieni vicini alla spiaggia.
Usciti dal porto si va in direzione N.NW. poiche’ verso quella direzione e’ visibile un fanale a candelabro in metallo sistemato sulla testata di un muraglione. Accostati alla scogliera (ma non troppo) stando attenti ad alcune secche, si giunge immediatamente in una piccola insenatura (Porto Craulo) caratterizzata da due ridenti spiaggette.
Si prosegue ancora lungo il costone roccioso che in un primo tratto e’ a basso profilo tendezialmente sporgente in mare finche’ non si eleva nelle vicinanze delle grotte marine e delle numerose e ammiccanti insenature. Si raggiunge a breve la “Grotta Monaca” , cosi’ denominata da tempo lontano, per una roccia interna (?) sporgente a forma di donna velata. La grotta e’ molto interessante ma buia. Sarebbe opportuno in tutti i casi ( ed in particolare nel visitare le grotte di S.Maria di Leuca) munirsi di torce elettriche alquanto potenti. Altre insenature e grotte seguono nel tratto in esame.
Si riprende quindi la pagaiata verso N. e superata la localita’ Torre S.Stefano ( la torre e’ completamente diroccata), si giunge subito all’ insenatura del villaggio “Mediterranee”, che merita di essere visitata per la straordinaria naturale bellezza. Durante l’eventuale (breve…) permanenza non disturbare gli ospiti del villaggio, ne’ approdare.
Da questo sito si riparte per il ritorno alla base di Otrantro.
Localita’ base : Provenendo da Lecce, si dovra’ raggiungere Otranto e quivi il porto. Da Lecce prendere quindi la superstrada per Maglie (Otranto-S.Maria) uscendone al segnale-cartello Otranto subito dopo Maglie.
Altra soluzione sarebbe percorrere la litoranea S.Cataldo-Otranto. (vedi scheda n.1).
Punto d’imbarco: L’unica piccola spiaggia nel porto di Otranto.
Parcheggio auto: Sui terrapieni vicini alla spiaggia.
Usciti dal porto si va in direzione N.NW. poiche’ verso quella direzione e’ visibile un fanale a candelabro in metallo sistemato sulla testata di un muraglione. Accostati alla scogliera (ma non troppo) stando attenti ad alcune secche, si giunge immediatamente in una piccola insenatura (Porto Craulo) caratterizzata da due ridenti spiaggette.
Si prosegue ancora lungo il costone roccioso che in un primo tratto e’ a basso profilo tendezialmente sporgente in mare finche’ non si eleva nelle vicinanze delle grotte marine e delle numerose e ammiccanti insenature. Si raggiunge a breve la “Grotta Monaca” , cosi’ denominata da tempo lontano, per una roccia interna (?) sporgente a forma di donna velata. La grotta e’ molto interessante ma buia. Sarebbe opportuno in tutti i casi ( ed in particolare nel visitare le grotte di S.Maria di Leuca) munirsi di torce elettriche alquanto potenti. Altre insenature e grotte seguono nel tratto in esame.
Si riprende quindi la pagaiata verso N. e superata la localita’ Torre S.Stefano ( la torre e’ completamente diroccata), si giunge subito all’ insenatura del villaggio “Mediterranee”, che merita di essere visitata per la straordinaria naturale bellezza. Durante l’eventuale (breve…) permanenza non disturbare gli ospiti del villaggio, ne’ approdare.
Da questo sito si riparte per il ritorno alla base di Otrantro.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 7 Da Otranto a S. Andrea Km. 24 a/r
Proseguendo il precedente itinerario (vedi scheda n.6 ), che ci ha portati al villaggio MED, ora si prolunga la “pagaiata” accostando ad altra interessante insenatura caratterizzata dalla presenza di sorgenti d’acqua che si gettano in mare. La costa e’ sempre molto alta, il mare trasparentissimo. Difficile e’ l’accesso da terra.
Ed eccoci arrivati ai laghi Alimini. Trattasi in realta’ di due grandi stagni comunicanti con il mare attraverso una foce, che in epoche antiche doveva essere un’ insenatura. In questo tratto la costa diventa bassa ampia e di finissima sabbia e prende il nome “Alimini”.
La spiaggia in tutta la sua grandezza appare all’improvviso, celata dietro le dune dopo l’alta costa e la pineta che raggiunge quasi il mare. Anche qui un villaggio turistico (Valtur) ed un centro residenziale (Serra degli Alimini).
Proseguendo ancora, siamo in localita’ Frassanito
( segnaliamo un ottimo camping) e poi subito dopo localita’ Specchiulla, altra interessante baia.
La costa ha ripreso a salire finche’ si arriva a “S.Andrea”. (vedi anche scheda n. 4), villaggio scarsamente abitato in cui si apre anche un piccolo porticciolo spesso aggredito dall’alga del mare che consente un eventuale sbarco anche se scomodo. L’antica torre e’ scomparsa nel tempo, mentre e’ visibile altro similare manufatto a forma quadrangolare dipinto a scacchi bianchi e neri, in questo sito necessario per la navigazione (scogli affioranti al largo).
Nell’ambito del porticciolo sono ben visibili alcune grotte scavate nel tufo della costa, certamente adibite a rifugio o abitazione.
Fatto il giretto nel porticciolo si prosegue accostati , ma non troppo, fino ad arrivare immediatamente in una zona della costa particolarmente interessante.
Il luogo si presenta al kayaker con uno scenario pittorico e caratteristico,
difficilmente paragonabile ad altre zone. Falesie, artistici faraglioni,piccoli anfratti, numerosi e “gioiosi” passaggi tra gli scogli di tenero tufo, fondali trasparenti , attribuiscono al sito il merito per essere definito luogo di particolare bellezza.
Da questa ed altre limitrofe localita’ nelle giornate serene e limpide e’ possibile scorgere le cime delle montagne della vicina Albania.
Terminata la visita, si torna alla base di Otranto.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 8 Da Otranto a Roca Km. 31 a/r
Agganciato all’itinerario precedente (vedi scheda n.7), dopo S.Andrea, sempre in direzione N.NW. si giunge prima a Torre dell’Orso e poi a Roca.
Due localita’ che lasceranno il ricordo nella mente del Kayaker. ( Vedi anche schede nn. 2 e 3)
Ripartiti da S.Andrea e dopo aver percorso la lunga ed alta scogliera, si apre alla vista del Kayaker una baia di finissima sabbia. Siamo a Torre dell’Orso (Cala dell’Orso), forse la piu’ bella ed accogliente spiaggia del Salento protetta dai venti e frequentatissima d’estate. L’antica torre di avvistamento e’ subito visibile non appena oltrepassato l’aspide della costa alta. (Nota: la torre, come detto e’ visibile, ma e’ visibile anche una costruzione civile che ne deturpa la originaria bellezza).
Il luogo, si presenta con una larghissima baia che si sviluppa a forma di ampio arco fra due punte rocciose con una folta pineta che degrada verso il mare . La bellezza del posto viene ulteriormente aumentata dalla presenza verso il costone Sud ed a pochi metri dalla riva, di due gigantesci scogli giallastri che le genti del posto chiamano “Le due sorelle” (la leggenda alla scheda n.3).
Dopo un meritato riposo, si prosegue riprendendo l’alto costone, come al solito, ricco di anfratti e caverne , giungendo a “Roca” o “Roca Li Posti” o “Rocca Vecchia” , ove millenni di storia appaiono come stratificati sulla brevissima costa. Siamo in una delle localita’ piu’ misteriose ed affascinanti di tutto il Salento, in particolare nel tratto di costa che ospita la grotta della “Poesia” , antico luogo di culto prima pagano e poi cristiano, oggi invasa dal mare, priva della cupola completamente franata .
L’entrata e la visita della grotta incantano e gratificano il Kayaker, consapevole in quel momento che soltanto a lui comodamente seduto in Kayak e’ permesso “violare” tanta bellezza.
Visibili dal mare le mura, che con un vasto perimetro delimitavano una grande e fiorente citta. Nei dintorni scavate nella roccia, grotte e cavita’ a testimoniare abitazioni di popoli primitivi. Putroppo il tempo ha modificato l’aspetto di un ambiente che certamente doveva essere luogo di molteplici attivita’, anche quella portuale, come testimonia la presenza in loco di
banchine , di cisterne, ed altro, in grossi blocchi di pietra.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N.9 Da Otranto Punta Faci Km.5 a/r
Dal porto di Otranto si prende direzione S. e superato il molo (Molo di S.Nicola), si punta decisamente verso S. La costa non e’ particolarmente interessante in questo tratto, ma si arriva subito sotto la “Torre del Serpente” chiamata cosi’ perche’ un’antica leggenda narra di un serpente marino che risalendo la muratura della torre beveva l’olio che serviva per alimentare la lampada del faro. Attualmente e’ stata oggetto di recupero architettonico che ne ha sostanzialmente nascosto le fattezze originarie.
Ancora piu’ in avanti e dopo una piccola ma interessante insenatura si arriva a punta Faci e di lì a poco ad una insenatura ad ampio raggio, a costa alta e calcarea ( Baia dell’Orte ), che degrada e termina con la bassa scogliera allungata nel mare. Da notare che la costa e’ caratterizzata da fondali molto profondi che danno al mare un intenso colore cobalto.
Si puo’ arrivare navigando nell’insenatura fino alla punta piu’ a S., quindi ritornare alla base di partenza direttamente (Si allunga un po’….).
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 10 Da Castro a Porto Miggiano Km.9 a/r
Costa : Versante Adriatico
Condizioni meteo: Buono : W. SW.
NW. se venti molto moderati.
Traversie : N.NE.E.SE.S.
Localita’ base : Provenendo da Lecce, si dovra’ raggiungere la cittadina di Castro marina, quivi il porto. La soluzione consigliata e’ la seguente:
Da Lecce, prendere la superstrada per Maglie, proseguire sempre perche’ sulla superstrada e , poco dopo Maglie, bisogna prendere l’uscita per Castro.
Punto d’imbarco: Il porticciolo di Castro (Da tenere presente che vi sono due piccoli porticcioli (vedi foto scheda n. 13): quello dei pescatori e quello turistico, tra loro vicinissimi; il porto che ci interessa e’ quello turistico , facilmente individuabile.
Parcheggio auto: In zona immediatamente sopra i porticcioli.
Si premette che la costa di cui alle schede seguenti e’ particolarmente interessante, per la caratteristica dei luoghi aridi, pietrosi, quasi inospitali (percio’ affascinanti), nonche’ per le numerose grotte.
Usciti quindi dal porticciolo ed accostati alla parete dell’alta scogliera che protegge il porto dai venti di tramontana, puntare diritti verso la punta (Mucurune) uscendo in mare aperto verso N.NW. Si scorge subito la prima grotta del nostro itinerario: Grotta della Palombara così denominata per la presenza al suo interno di piccioni (palombi). La bocca della grotta ha la forma di una tenda araba e misura un’altezza di circa 8 metri. Se vi penetra molta luce (la mattina presto) la grotta rimanda numerose rifrazioni di colori e di luci che si riflettono in un mare turchese.
Quindi ci si dirige ancora a N. lungo una nuda scogliera ; si arriva alla Grotta Ritunnedda, (Grotta azzurra) cosi’ denominata per i riflessi di colore azzurro. Ancora piu’ avanti si giunge alla grotta del Giustino con ingresso a pelo d’acqua ed un angusto foro in alto.
Ancora piu’ avanti e doppiata la punta, si giunge alla “Grotta della Zinzulusa”, solenne ed austera con un ingresso maestoso, abitata da uomini primitivi, stante le numerose testimonianze archeologiche. Soltanto da terra si puo’ visitare percorrendo un lungo itineraio costituito da , meandri , cunicoli e budelli.
La grotta prende il termine Zinzulusa per la somiglianza delle stalattiti all’interno, con gli stracci ed i brandelli di stoffa che da queste parti di chiamano “zinzuli”.
Lasciata l’insenatura riprendiamo il percorso superando la punta (Punta Cocuzza) notando che la scogliera diventa gradatamente
piu’ bassa e di diverso colore (grigio-antracite).
Siamo entrati in una ampia rada in localita’ Romanelli, aperta, insicura e battuta dai venti.
Al centro della rada, la Grotta Romanelli alta sul livello del mare circa 8 mt. il cui ingresso e sbarrato da una grata metallica essendo questo uno dei piu’ importanti giacimenti preistorici d’Italia.
Si prosegue superando l’estremita’ della rada; si costeggia fino a che la costa
non si allarga in una maestosa insenatura i cui costoni si presentano, come tutta la costa, pietrosi e dall’aspetto misterioso ed inospitale. Ancora grotte ed anfratti, poi altra baia con una minuscola spiaggetta che consentira’ un meritato riposo (mettersi al riparo dalla eventuale caduta di sassi).
Costa : Versante Adriatico
Condizioni meteo: Buono : W. SW.
NW. se venti molto moderati.
Traversie : N.NE.E.SE.S.
Localita’ base : Provenendo da Lecce, si dovra’ raggiungere la cittadina di Castro marina, quivi il porto. La soluzione consigliata e’ la seguente:
Da Lecce, prendere la superstrada per Maglie, proseguire sempre perche’ sulla superstrada e , poco dopo Maglie, bisogna prendere l’uscita per Castro.
Punto d’imbarco: Il porticciolo di Castro (Da tenere presente che vi sono due piccoli porticcioli (vedi foto scheda n. 13): quello dei pescatori e quello turistico, tra loro vicinissimi; il porto che ci interessa e’ quello turistico , facilmente individuabile.
Parcheggio auto: In zona immediatamente sopra i porticcioli.
Si premette che la costa di cui alle schede seguenti e’ particolarmente interessante, per la caratteristica dei luoghi aridi, pietrosi, quasi inospitali (percio’ affascinanti), nonche’ per le numerose grotte.
Usciti quindi dal porticciolo ed accostati alla parete dell’alta scogliera che protegge il porto dai venti di tramontana, puntare diritti verso la punta (Mucurune) uscendo in mare aperto verso N.NW. Si scorge subito la prima grotta del nostro itinerario: Grotta della Palombara così denominata per la presenza al suo interno di piccioni (palombi). La bocca della grotta ha la forma di una tenda araba e misura un’altezza di circa 8 metri. Se vi penetra molta luce (la mattina presto) la grotta rimanda numerose rifrazioni di colori e di luci che si riflettono in un mare turchese.
Quindi ci si dirige ancora a N. lungo una nuda scogliera ; si arriva alla Grotta Ritunnedda, (Grotta azzurra) cosi’ denominata per i riflessi di colore azzurro. Ancora piu’ avanti si giunge alla grotta del Giustino con ingresso a pelo d’acqua ed un angusto foro in alto.
Ancora piu’ avanti e doppiata la punta, si giunge alla “Grotta della Zinzulusa”, solenne ed austera con un ingresso maestoso, abitata da uomini primitivi, stante le numerose testimonianze archeologiche. Soltanto da terra si puo’ visitare percorrendo un lungo itineraio costituito da , meandri , cunicoli e budelli.
La grotta prende il termine Zinzulusa per la somiglianza delle stalattiti all’interno, con gli stracci ed i brandelli di stoffa che da queste parti di chiamano “zinzuli”.
Lasciata l’insenatura riprendiamo il percorso superando la punta (Punta Cocuzza) notando che la scogliera diventa gradatamente
piu’ bassa e di diverso colore (grigio-antracite).
Siamo entrati in una ampia rada in localita’ Romanelli, aperta, insicura e battuta dai venti.
Al centro della rada, la Grotta Romanelli alta sul livello del mare circa 8 mt. il cui ingresso e sbarrato da una grata metallica essendo questo uno dei piu’ importanti giacimenti preistorici d’Italia.
Si prosegue superando l’estremita’ della rada; si costeggia fino a che la costa
non si allarga in una maestosa insenatura i cui costoni si presentano, come tutta la costa, pietrosi e dall’aspetto misterioso ed inospitale. Ancora grotte ed anfratti, poi altra baia con una minuscola spiaggetta che consentira’ un meritato riposo (mettersi al riparo dalla eventuale caduta di sassi).
Siamo a Porto Miggiano dal mare perennemente verde smeraldo, "protetto" dalla torre circolare omonima.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 11 Da Castro a S.Cesarea Km.12 a/r
All’itinerario di cui alla scheda precedente n. 10 occorre aggiungere pochi km. verso N. per raggiungere S.Cesarea , localita’ termale molto conosciuta per la presenza di sorgenti sulfuree nelle 4 rinomate grotte a breve distanza l’una dall’altra.
In particolare nella Grotta Fetida (l’odore particolare la identifichera’ subito..), esistono grandi banchi di fango naturale, solforoso, radioattivo usato in terapia. Anche le acque minerali sono usate per la terapia della vasta gamma di malattie reumatiche croniche. La cittadina “colpisce” per le sue grandiose ville alcune in stile moresco costruite dalla nobilta’ locale, che in questo luogo si portava per cure termali e vacanze.
Questo tratto di costa affascina per la spettacolarita’ della natura che ha saputo creare particolari contrasti.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 12 Da Castro a Porto Badisco Km. 24 a/r
Dopo questa parentesi termale, continuiamo il viaggio lungo questa costa straordinaria che da’ alla Puglia un valore internazionale, giungendo a “Porto Badisco”.
Si presenta come un minuscolo fiordo costituito da una stretta e
profonda calanca (solco): rifugio per naviganti con i venti dominanti, che in questa parte di costa sollevano mare grosso.
Dopo le recenti (1970) scoperte di grotte preistoriche nell’entroterra di Porto Badisco (Valle del Cervo), si e’ accertato che il luogo e’ il piu’ importante
d’ Europa per la grande quantita’ di figure dipinte nelle grotte.
Dopo queste divagazioni sulla preistoria si riprende la via del ritorno a Castro dopo una breve pausa riposo in questo porticciolo che la gente del posto chiama anche Porto di Enea.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 13 Da Castro a Marina di Andrano Km. 10 a/r
Il percorso in esame si sviluppa verso S ; usciti dal porto non ci dirigeremo verso Punta Mucurune come visto alla scheda 10 ma esattamente dalla parte opposta lungo il molo e poi verso una costa rocciosa serpeggiante, ammantata di ulivi, querce, lecci e carrube, che degrada verso il mare.
In poco tempo si giunge al Seno Acquaviva a circa 2 Km. da Castro, un’incantevole fiordo importante per le numerose polle di fresca acqua sorgiva che si scambia con l’acqua salsa del mare rendendo un eventuale bagno (consigliato senza pensarci molto……) veramente tonificante.
La sosta é possibile perché il seno d’acquaviva termina con una bella spiaggetta idonea per l’atterraggio del Kayak. La veduta d’insieme del fiordo é suggestiva e nello stesso tempo maestosa e ardita per gli spacchi e gli anfratti erosi da un mare azzurro e verde.
Ripreso il mare aperto a breve distanza (ancora 3 Km.), si raggiunge Marina di Andrano piccola località che merita uno sguardo d’insieme; quivi é anche un porticciolo per un’altra sosta. Più a S. e nelle immediate vicinanze, vi é un’interessante grotta (Grotta Verde).
Da qui il rientro a Castro.
Si segnala il porticciolo perché sarebbe utile come approdo intermedio rispetto alla originaria base di Castro, nel caso si volesse proseguire oltre Andrano ancora più a Sud. (Tricase porto + 4, Marina Serra + 3, Marina di Novaglie + 5). In totale per altri 12 Km (oltre il ritorno a Castro).
Eventualmente la scelta si farà giunti ad Andrano.
Ripreso il mare aperto a breve distanza (ancora 3 Km.), si raggiunge Marina di Andrano piccola località che merita uno sguardo d’insieme; quivi é anche un porticciolo per un’altra sosta. Più a S. e nelle immediate vicinanze, vi é un’interessante grotta (Grotta Verde).
Da qui il rientro a Castro.
Si segnala il porticciolo perché sarebbe utile come approdo intermedio rispetto alla originaria base di Castro, nel caso si volesse proseguire oltre Andrano ancora più a Sud. (Tricase porto + 4, Marina Serra + 3, Marina di Novaglie + 5). In totale per altri 12 Km (oltre il ritorno a Castro).
Eventualmente la scelta si farà giunti ad Andrano.
giovedì 15 maggio 2008
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N.14 Da S.Maria : Grotte di Levante Km.12 a/r
Costa: Versante Adriatico
Condizioni meteo: Buono NW.W.- Discreto : N. se venti molto moderati- Traversie : S.SE.E.
Prescrizioni particolari: Poiche’ il Capo di S.Maria di Leuca é esposto in maniera particolare ai venti e segnatamente a quelli provenienti da S, occorrerà accertarsi bene circa le condizioni meteo del giorno d’uscita.
Localita’ base : Il porto.
Come si arriva: Da Lecce superstrada Lecce-Maglie-S.Maria di Leuca.
Imbarco: Dal porto.Oppure da qualche spiaggetta che si trova lungo la strada litoranea principale del paese. (consigliabile perchè è proprio su questa strada che è possibile parcheggiare (a pagamento..).
Auto: Nel porto oppure lungo la strada, come detto in precedenza.
Localita’ base : Il porto.
Come si arriva: Da Lecce superstrada Lecce-Maglie-S.Maria di Leuca.
Imbarco: Dal porto.Oppure da qualche spiaggetta che si trova lungo la strada litoranea principale del paese. (consigliabile perchè è proprio su questa strada che è possibile parcheggiare (a pagamento..).
Auto: Nel porto oppure lungo la strada, come detto in precedenza.
Prendiamo ora in esame due schede preparate per intraprendere due diversi itinerari che però hanno il medesimo “argomento” : Le Grotte di S.Maria di Leuca. Quelle di cui alla presente scheda n.14 (Grotte di levante) e le grotte di cui alla scheda n.14 bis (Grotte di Ponente).
Base di partenza il porto di S.Maria di Leuca .
Preliminarmente va osservato che la penisola salentina termina con due punte o speroni o corni. Punta Meliso a Oriente e Punta Ristola a Occidente (vedi foto cartina). Tra le due punte é la marina di Leuca, ridente luogo di villeggiatura di fronte al quale c’è l’Africa.
Si esce dal porto accostati al molo sulla sinistra, poi si pagaia decisamente verso N. e subito dopo si raggiunge una piccola baia i cui fondali limpidissimi lasciano intravedere alghe numerose.
Il sito non é eccezionale ma può essere considerato “gaio” per la presenza di numerose piante di fiorellini colorati che crescono sulle rocce nude, fenomeno questo da attribuire alla presenza di terra nei buchi delle rocce ed in genere su tutto il terreno.
Base di partenza il porto di S.Maria di Leuca .
Preliminarmente va osservato che la penisola salentina termina con due punte o speroni o corni. Punta Meliso a Oriente e Punta Ristola a Occidente (vedi foto cartina). Tra le due punte é la marina di Leuca, ridente luogo di villeggiatura di fronte al quale c’è l’Africa.
Si esce dal porto accostati al molo sulla sinistra, poi si pagaia decisamente verso N. e subito dopo si raggiunge una piccola baia i cui fondali limpidissimi lasciano intravedere alghe numerose.
Il sito non é eccezionale ma può essere considerato “gaio” per la presenza di numerose piante di fiorellini colorati che crescono sulle rocce nude, fenomeno questo da attribuire alla presenza di terra nei buchi delle rocce ed in genere su tutto il terreno.
Ripartiti, si esce dalla baia e si prosegue accostando molto sotto costa, che appare nettamente diversa dal resto delle coste salentine; quasi tutta a strapiombo, molto elevata, dall’aspetto selvaggio, punteggiata da numerose grotte. Molte di esse (forse tutte… e sono 36 ) sono legate ad antiche storie, accadimenti misteriosi, strani personaggi, e quant’altro si viene a sapere dai pescatori del luogo, che tramandano nel tempo i racconti delle “grotte” riportandoli, attraverso colorito ed incomprensibile linguaggio dialettale. Sarebbe utile al Kayaker portare con sé (in un doppio) un pescatore ………“guida”.
Pertanto si comincia l’escursione incontrando quasi subito le grotte Cazzafri, cavità molto profonde due delle quali si uniscono nel fondo.
Accanto vi é la grotta del Morigio di difficile accesso sia dal mare che da terra, conosciuta poiché con una breve immersione vi si introducono coppie di innamorati….., ritenendo questo rituale di buon augurio.
Seguono tre cavità vicine (Grotte di Terradico) dalla caratteristica forma triangolare.
Ancora, la grotta di Porrano con portale alto oltre 20 metri.
Superata quest’ultima si arriva alle grotte di Verdusella, complesso di tre grotte poco distanti tra loro.
Segue la Grotta di Porrano di modesto interesse, buon riparo per i pescatori colti da pioggia.
Si giunge quindi alla grotta dell’Ortocupo, nome dovuto alla profondità e
oscurità della grotta.
Nelle immediate vicinanze si trova la grotta del Soffio alla base della quale, mescolandosi acqua sorgiva con acqua di mare, si viene a creare una forte pressione d’aria che crea un soffio ed uno spruzzo d’acqua. (effetto Morgana).
Pertanto si comincia l’escursione incontrando quasi subito le grotte Cazzafri, cavità molto profonde due delle quali si uniscono nel fondo.
Accanto vi é la grotta del Morigio di difficile accesso sia dal mare che da terra, conosciuta poiché con una breve immersione vi si introducono coppie di innamorati….., ritenendo questo rituale di buon augurio.
Seguono tre cavità vicine (Grotte di Terradico) dalla caratteristica forma triangolare.
Ancora, la grotta di Porrano con portale alto oltre 20 metri.
Superata quest’ultima si arriva alle grotte di Verdusella, complesso di tre grotte poco distanti tra loro.
Segue la Grotta di Porrano di modesto interesse, buon riparo per i pescatori colti da pioggia.
Si giunge quindi alla grotta dell’Ortocupo, nome dovuto alla profondità e
oscurità della grotta.
Nelle immediate vicinanze si trova la grotta del Soffio alla base della quale, mescolandosi acqua sorgiva con acqua di mare, si viene a creare una forte pressione d’aria che crea un soffio ed uno spruzzo d’acqua. (effetto Morgana).
Il Bagno é d’obbligo. A poca distanza, le due grotte della Vora. La maggiore é alta 25 metri e ci si può inoltrare fino a 40 metri all’interno. La volta presenta un foro circolare da cui il termine “vora”. Non é superfluo annotare che in questo ambiente si ha l’impressione di trovarsi in una grande cattedrale.
Proseguendo sempre verso N si incontra una grotta alta 30 metri, stretta, dal profilo delicato e dallo slancio “solenne” . Trattasi della “Giuncacchia”, grotta la cui forma come descritta é stata paragonata ad un mazzo di giunchi.
Da qui subito dopo, un complesso di cavità apparentemente insignificanti; siamo alle Gobbelle o Cappedde o Grotte del Pesco del diavolo tra cui l’Anga delle Mannute ( Anga: derivante dal dente molare). Ci troviamo in sostanza in un sito : Le Mannute (grosse mammelle) caratterizzato da grotte intercomunicanti a mezza costa con fori circolari di circa 10 metri di diametro, praticamente inaccessibili.
Procedendo ancora, piccole grotte marine tutte vicine tra loro (grotta le Due Pietre, dei Libri, li Giardini, Galateggiu).
Quest’ulima riconoscibilissima per la sua apertura rettangolare.
Fin qui da Leuca abbiamo misurato un percorso circa 6 chilometri in linea d’aria.
L’esatta percorrenza però è maggiore (anche il tempo complessivo), poiché la visita alle numerose grotte impegna molte energie e molto tempo.
Questa considerazione non deve essere sottovalutata perché ancora più a N ci sarebbe da visitare la grotta del Ciolo, molto interessante ma distante ancora km. 2 c.a. dall’ultima sopra indicata.
Premesso quindi che la valutazione circa la prosecuzione verso la grotta del Ciolo debba tenere conto del fattore stanchezza (leggi: nessun approdo sfruttato per riposo, bagno , ecc.ecc.) e del fattore tempo necessario (ancora 30 minuti per arrivarci), si ritiene utile suggerire una attenta “pausa di riflessione”, circa la ulteriore prosecuzione.
Va anche detto che la costa che segue fino alla grotta del Ciolo non presenta particolari interessanti per cui, se si decide di andarci, é consigliabile proseguire speditamente raggiungendola al più presto.
Proseguendo sempre verso N si incontra una grotta alta 30 metri, stretta, dal profilo delicato e dallo slancio “solenne” . Trattasi della “Giuncacchia”, grotta la cui forma come descritta é stata paragonata ad un mazzo di giunchi.
Da qui subito dopo, un complesso di cavità apparentemente insignificanti; siamo alle Gobbelle o Cappedde o Grotte del Pesco del diavolo tra cui l’Anga delle Mannute ( Anga: derivante dal dente molare). Ci troviamo in sostanza in un sito : Le Mannute (grosse mammelle) caratterizzato da grotte intercomunicanti a mezza costa con fori circolari di circa 10 metri di diametro, praticamente inaccessibili.
Procedendo ancora, piccole grotte marine tutte vicine tra loro (grotta le Due Pietre, dei Libri, li Giardini, Galateggiu).
Quest’ulima riconoscibilissima per la sua apertura rettangolare.
Fin qui da Leuca abbiamo misurato un percorso circa 6 chilometri in linea d’aria.
L’esatta percorrenza però è maggiore (anche il tempo complessivo), poiché la visita alle numerose grotte impegna molte energie e molto tempo.
Questa considerazione non deve essere sottovalutata perché ancora più a N ci sarebbe da visitare la grotta del Ciolo, molto interessante ma distante ancora km. 2 c.a. dall’ultima sopra indicata.
Premesso quindi che la valutazione circa la prosecuzione verso la grotta del Ciolo debba tenere conto del fattore stanchezza (leggi: nessun approdo sfruttato per riposo, bagno , ecc.ecc.) e del fattore tempo necessario (ancora 30 minuti per arrivarci), si ritiene utile suggerire una attenta “pausa di riflessione”, circa la ulteriore prosecuzione.
Va anche detto che la costa che segue fino alla grotta del Ciolo non presenta particolari interessanti per cui, se si decide di andarci, é consigliabile proseguire speditamente raggiungendola al più presto.
La grotta si presenta di grandi dimensioni con ampio ingresso. I pescatori la indicano come “ucca tu puzzu” (bocca del pozzo). Lo sviluppo della cavità é molto ampio, l’acqua trasparente è freddissima.
Ciò premesso questa grotta, che potremmo definire una piscina coperta scavata nella roccia è quanto di più suggestivo si possa godere per terminare nel modo migliore e dopo la “pausa di riflessione” il fantastico viaggio nelle spettacolari grotte di S.Maria di Leuca.
Ciò premesso questa grotta, che potremmo definire una piscina coperta scavata nella roccia è quanto di più suggestivo si possa godere per terminare nel modo migliore e dopo la “pausa di riflessione” il fantastico viaggio nelle spettacolari grotte di S.Maria di Leuca.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N.14 bis Da S.Maria: Grotte di ponente Km.8 a/r
Si parte puntando a NW verso Punta Ristola, facilmente individuabile perche’ il costone si proietta in mare per circa 60 metri in direzione S.SE. e termina con la punta a forma di cresta ( “rista” nel dialetto di Leuca ).
Si incontra subito la Grotta Porcinara alta circa 20 metri dal livello del mare. Fu antico luogo di culto pagano e poi cristiano, rifugio per i naviganti che provenivano dalla Grecia.
Dopo aver doppiato Punta Ristola troviamo la Grotta del Diavolo, accessibile sia da terra che dal mare. Possiamo considerarla divisa in tre parti: l’ingresso principale che immette in un vestibolo; una parte centrale che declina fino al livello del mare; una terza parte che possiamo chiamare atrio e che rappresenta la caverna vera e propria da dove si notano le due uscite al mare.
Usciti dalla grotta si prosegue ben accostati ad alcune insenature semicircolari entro cui grotte di varia grandezza, profondita’ e denominazione (che si tralascia di citare poiche’ nel dialetto del luogo, cioe’ incompresibile……).
Ancora piu’ a NW. la grotta Tre Porte, maggiormente visitata poiche’ si presenta con tre aperture che all’ interno si uniscono in una unica cavita’. E’ adiacente ad altra grotta chiamata dei Giganti.
Subito appresso due aperture : la grotta della Stalla e la Rimesa, in cui si puo’ anche uscire dal Kayak con la bassa mare (come in altre) Si visiterà un vano largo 25 metri e lungo 40 con al centro stalagmiti ed altre belle composizioni.
Proseguendo, a circa un Km., la grotta del Drago. In questa grotta il colore dell’acqua e delle pareti e’ verde azzurro ; si puo’ sbarcare nella grande cavita’ la cui volta e’ sostenuta da una grande stalagmite.
Si incontra subito la Grotta Porcinara alta circa 20 metri dal livello del mare. Fu antico luogo di culto pagano e poi cristiano, rifugio per i naviganti che provenivano dalla Grecia.
Dopo aver doppiato Punta Ristola troviamo la Grotta del Diavolo, accessibile sia da terra che dal mare. Possiamo considerarla divisa in tre parti: l’ingresso principale che immette in un vestibolo; una parte centrale che declina fino al livello del mare; una terza parte che possiamo chiamare atrio e che rappresenta la caverna vera e propria da dove si notano le due uscite al mare.
Usciti dalla grotta si prosegue ben accostati ad alcune insenature semicircolari entro cui grotte di varia grandezza, profondita’ e denominazione (che si tralascia di citare poiche’ nel dialetto del luogo, cioe’ incompresibile……).
Ancora piu’ a NW. la grotta Tre Porte, maggiormente visitata poiche’ si presenta con tre aperture che all’ interno si uniscono in una unica cavita’. E’ adiacente ad altra grotta chiamata dei Giganti.
Subito appresso due aperture : la grotta della Stalla e la Rimesa, in cui si puo’ anche uscire dal Kayak con la bassa mare (come in altre) Si visiterà un vano largo 25 metri e lungo 40 con al centro stalagmiti ed altre belle composizioni.
Proseguendo, a circa un Km., la grotta del Drago. In questa grotta il colore dell’acqua e delle pareti e’ verde azzurro ; si puo’ sbarcare nella grande cavita’ la cui volta e’ sostenuta da una grande stalagmite.
NOTA : si raccomanda di segnalare l’eventuale presenza di una foca adagiata sulle levigate pietre del fondo………, come raccontano i pescatori che le danno la caccia perche’ rovina nasse e reti ).
Si conclude qui il “viaggio” e si rientra (spero contenti e stanchi ) a S.Maria.
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SCHEDA N. 15 Da Torre Colimena a Torre Lapillo Km. 18 a/r
Costa : Versante Jonico.
Condizioni meteo: Buono : SE-NE.E.N. se vento moderato.
Traversie : S.SW.W.NW.
Localita’ base : Torre Colimena Fraz. di Avetrana (TA).
Come si arriva : SS.n.7 ter: Taranto-Manduria, poi per Avetrana-Torre Colimena.
Imbarco: Dal porticciuolo di Torre Colimena o dalla spiaggetta limitrofa.
Sosta dell’auto: In parcheggio dopo lo scarico, nei pressi del porticciolo oppure nelle vicinanze della spiaggetta.
Percorso il breve braccio del porticciolo di Torre Colimena, ci si dirige verso S. puntando verso Torre Lapillo visibile se il cielo e’ terso e la giornata e’ serena.
La costa e’ caratterizzata da bassa scogliera alternata a dune e spiagge degradanti di sabbia finissima.
Superato l’aspide di Punta Prosciutto, che raccorda due insenature, appare al Kayaker la maggiore delle due rappresentata da una lunghissima baia di sabbia finissima prospiciente il mare trasparentissimo, protetta dalla dorsale scogliera e da alte dune.
Si prosegue riprendendo la bassa scogliera alternata a spiagge sabbiose, giungendo in localita’ Torre di Castiglione (la torre e’ diroccata; e’ visibile soltanto il dirupo su cui sorse, e quel che rimane della base).
Da annotare proprio in questo sito, un buon Camping.
Superata Torre di Castiglione, si prosegue tenendosi ben accostati perche’ immediatamente si raggiunge una insenatura di limpido mare con tre piccole spiagge divise tra loro da una variegata scogliera. Usciti di nuovo al largo, si raggiunge speditamente Torre Lapillo, atterrando sulla spiaggetta del porticciolo naturale senza alcuna difficolta’.
Dopo sosta, si riprende la via del ritorno.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 16 Da Torre Colimena a Torre Chianca Km.24 a/r
Da Torre Lapillo si prosegue ripartendo dal porticciolo (vedi scheda 15).
Nel primo tratto la costa s’ inarca in un ampio seno di spiaggia di sabbia bianchissima su un mare particolarmente luminoso delimitato e protetto da alte dune. Al termine dell’arco costiero, si giunge a Torre Chianca prospiciente la quale vi e’ l’isola della Malva, arida e a basso profilo, cosi’ chiamata perche’ su di essa cresceva rigogliosissima in passato la Malva arborea (attualmente inesistente).
In questo tratto di mare e precisamente subito dopo la spiaggia a circa meta’ percorso per Porto Cesareo (vedi seguente), sorgeva una fornace antichissima ( localita’ : Scala di Furno ) per la cottura delle anfore vinarie ed olearie destinate al trasporto via mare delle derrate. In questa zona, pare che i fondali siano ricoperti dai numerosi residui della lavorazione delle anfore di varie forme e dimensioni (?).
Da qui, dopo approdo riposo o sull’ isola della Malva o sulla spiaggetta successiva, si puo’ intraprendere il ritorno per la base di Torre Colimena.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 17 Da Torre Colimena a Porto Cesareo Km. 28 a/r
Da Torre Chianca si opta per l’ulteriore prosecuzione fino a Porto Cesareo (tratto brevissimo di 2 Km.) con arrivo nel porto costeggiando alcuni grossi isolotti, sbarcando, eventualmente per un’escursione, sull’isola piu’ grande chiamata isola dei conigli o isola grande, facilmente individuabile perche’ densamente alberata, al centro della quale e’ ancora presente la pianta della Malva Arborea.
Dopo il necessario riposo, si riparte per il ritorno a Torre Colimena.
NOTA : Si potrebbe decidere anche per l’opzione seguente:
Recupero auto parcheggiata, se :
· in possesso di almeno due auto;
· una delle due auto e’ stata parcheggiata preventivamente a Porto Cesareo.
Recupero auto parcheggiata, se :
· in possesso di almeno due auto;
· una delle due auto e’ stata parcheggiata preventivamente a Porto Cesareo.
mercoledì 14 maggio 2008
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N 18 Dalla Strea:circumnavigazione isola conigli e ritorno Km.6 a/r
Costa : Versante Jonico.
Condizioni meteo: Buono : SE.NE.E.N. se vento moderato.
Traversie : S.SW.W.NW.
Localita’ base : La Strea (la Strega), ampia insenatura a sud della cittadina di Porto Cesareo. Alla base di questa penisola bassa e allungata, arida con rara coltura.L’area rappresenta un sito biologico di particolare interesse popolato da una associazione di alghe che ne caratterizzano il particolare ambiente subtropicale, ove redditizia e’ la pesca del cefalo per la presenza di numerose sorgenti sotteranee di acqua dolce.
Come si arriva: Occorre raggiungere sempre Porto Cesareo dalla litoranea o da Lecce.
Punto di imbarco: Arrivati a Porto Cesareo, senza entrare al centro cittadino, si prosegue sulla litoranea per S.Caterina di Nardo’. (si vedra’ subito l’ampio bacino della Strea).
Si prosegue ancora per un paio di km. e subito dopo il porto si imbocchera’ una delle numerose stradine che scendono verso il mare. (Una numerazione sequenziale e manuale e’ dipinta all’imbocco delle stradine sui muri.
Parcheggio auto: In loco.
Si scende in mare dalla base e si costeggiano gli aridi isolotti proprio di fronte alla base ; ci si porta verso l’uscita in mare aperto la cui direzione e’ ben individuabile poiche’ sono visibili due grosse boe galleggianti di colore rosso e verde, che marcano l’accesso alla Strea (che e’ in pratica il secondo porto di Porto Cesareo).
Una volta usciti ci si dirige a NW. costeggiando gli isolotti che si sviluppano in lunghezza per circa due km. con tre grandi insenature , due verso l’nterno del porto di Porto Cesareo ed una verso il mare aperto. Sull’isola dei conigli o su altri contigui isolotti si potra’ facilmente approdare per una sosta riposo, ricercando eventualmente la pianta della Malva Arborea ancora presente (?), ma all’interno dell’isola grande.
Si completa la circumnavigazione rientrando dal porto principale di Porto Cesareo, approdando eventualmente proprio da questo versante sugli isolotti o sull’isola grande.
Per ritornare al punto di imbarco della Strea, l’alternativa utile, senza cioe’ ripercorrere in senso inverso la direzione di andata, e’ quella di attraversare l’apertura sotto il ponte all’altezza della Torre Cesarea, ben visibile al centro cittadino, passando proprio nel bacino della Strea.
Da li’ si punta direttamente verso la base di partenza, ripercorrendo eventualmente la costa all’interno della baia sul versante degli scogli.
Costa : Versante Jonico.
Condizioni meteo: Buono : SE.NE.E.N. se vento moderato.
Traversie : S.SW.W.NW.
Localita’ base : La Strea (la Strega), ampia insenatura a sud della cittadina di Porto Cesareo. Alla base di questa penisola bassa e allungata, arida con rara coltura.L’area rappresenta un sito biologico di particolare interesse popolato da una associazione di alghe che ne caratterizzano il particolare ambiente subtropicale, ove redditizia e’ la pesca del cefalo per la presenza di numerose sorgenti sotteranee di acqua dolce.
Come si arriva: Occorre raggiungere sempre Porto Cesareo dalla litoranea o da Lecce.
Punto di imbarco: Arrivati a Porto Cesareo, senza entrare al centro cittadino, si prosegue sulla litoranea per S.Caterina di Nardo’. (si vedra’ subito l’ampio bacino della Strea).
Si prosegue ancora per un paio di km. e subito dopo il porto si imbocchera’ una delle numerose stradine che scendono verso il mare. (Una numerazione sequenziale e manuale e’ dipinta all’imbocco delle stradine sui muri.
Parcheggio auto: In loco.
Si scende in mare dalla base e si costeggiano gli aridi isolotti proprio di fronte alla base ; ci si porta verso l’uscita in mare aperto la cui direzione e’ ben individuabile poiche’ sono visibili due grosse boe galleggianti di colore rosso e verde, che marcano l’accesso alla Strea (che e’ in pratica il secondo porto di Porto Cesareo).
Una volta usciti ci si dirige a NW. costeggiando gli isolotti che si sviluppano in lunghezza per circa due km. con tre grandi insenature , due verso l’nterno del porto di Porto Cesareo ed una verso il mare aperto. Sull’isola dei conigli o su altri contigui isolotti si potra’ facilmente approdare per una sosta riposo, ricercando eventualmente la pianta della Malva Arborea ancora presente (?), ma all’interno dell’isola grande.
Si completa la circumnavigazione rientrando dal porto principale di Porto Cesareo, approdando eventualmente proprio da questo versante sugli isolotti o sull’isola grande.
Per ritornare al punto di imbarco della Strea, l’alternativa utile, senza cioe’ ripercorrere in senso inverso la direzione di andata, e’ quella di attraversare l’apertura sotto il ponte all’altezza della Torre Cesarea, ben visibile al centro cittadino, passando proprio nel bacino della Strea.
Da li’ si punta direttamente verso la base di partenza, ripercorrendo eventualmente la costa all’interno della baia sul versante degli scogli.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 19 Dalla Strea all’isola della Malva. Km. 9 a/r
E’ questo un itinerario medio che prevede soltanto l’allungamento del percorso precedente (vedi scheda n.18 ) fino all’isola della Malva; sostanzialmente una volta usciti dal porticciolo della Strea, anziche’ circumnavigare l’isola dei Conigli, si prosegue sempre verso NW fino a raggiungere Torre Chianca e quindi l’isola della Malva prospiciente la torre. Dopo circumnavigazione , il rientro alla base dirigendo verso l’interno del porto con attraversamento sotto il ponte all’altezza della Torre di Porto Cesareo , come visto in precedenza, oppure rientrando dal mare aperto a SE, cioe’ tenendo a sinistra l’isola dei Conigli, dirigendosi verso le due boe d’ingresso, delimitanti l’entrata e l’uscita dalla baia della Strea. (vedi anche precedente)
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N.20 Dalla Strea a Torre Lapillo Km. 14 a/r
L’unica variante rispetto al precedente percorso e’ rappresentata dalla prosecuzione ulteriore fino alla localita’ di Torre Lapillo e ritorno alla base con l’opzione di rientro o dal porto o dall’esterno. (vedi itinerari precedenti – schede nn.9 e 10).
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SCHEDA N. 21 Da S.Caterina a Porto Selvaggio Km.4 a/r
Costa : Versante Jonico.
Condizioni meteo: Buono : SE-NE.E.N. se vento moderato.
Traversie : S. SW.W.NW.
Localita’ base : S. Caterina di Nardo’.
Come si arriva: Da Lecce: Prov.le 101 per Gallipoli, uscita per S.Maria al Bagno – S.Caterina di Nardo’ o dalla litoranea se provenienza da altra localita’.
Punto di imbarco: Unico scalo d’alaggio al porticciolo di di S.Caterina, oggi utilizzato da diportisti, pescatori....... altri.
Condizioni meteo: Buono : SE-NE.E.N. se vento moderato.
Traversie : S. SW.W.NW.
Localita’ base : S. Caterina di Nardo’.
Come si arriva: Da Lecce: Prov.le 101 per Gallipoli, uscita per S.Maria al Bagno – S.Caterina di Nardo’ o dalla litoranea se provenienza da altra localita’.
Punto di imbarco: Unico scalo d’alaggio al porticciolo di di S.Caterina, oggi utilizzato da diportisti, pescatori....... altri.
Nota: altro piccolo, ma utilissimo scalo di alaggio, è stato....."soppresso" per finalità....urbanistiche).
Parcheggio auto: Sul piazzale sovrastante il porticciolo.
Usciti dal porticciolo di S.Caterina, la direzione e’ N.NW. La costa e’ caratterizzata da bassa scogliera nel primo tratto ed immediatamente dopo da scogliera di media altezza degradante via via che si prosegue. I fondali marini sono limpidissimi lungo tutto il percorso. Ben visibile e’ la Torre dell’Alto poiche’ posta su un colle a circ 75 mt. d’altezza Totalmente assenti spiaggette di sabbia fino a Porto Selvaggio (unico sito con una piccola spiaggia, come vedremo appresso).
Si prosegue di buona lena non essendoci particolarita’ da annotare, al fine di raggiungere a circa 2 km. dalla partenza la meta di Porto Selvaggio. Pertanto, dopo aver superato Torre dell’Alto, occorre accostare di molto poiche’ immediata e’ l’insenatura di Porto Selvaggio meritevole di essere attentamente visitata.
La caratteristica “selvaggia” del luogo accessibile dal mare e con molta difficolta’ da terra e’ superiore ad ogni immaginazione.
L’ambiente marino e’ sovrastato da una collina a forte pendio, densamente
alberata.
Si consiglia un approdo ed una sosta colazione nella pineta a ridosso della spiaggia. E’ altresì salutare anche un bagno, poiche’ le numerose sorgenti di acqua dolce creando differenti livelli di temperatura dell’acqua conseguono un effetto benefico e tonificante per il fisico.
Le sorgenti oltre che scorrere in piccoli rigagnoli alla base delle pareti rocciose (se ne sente anche il rumore ), si notano numerose anche in mare tra le alghe verdi , la cui presenza caratterizza la flora del luogo e conferma lo scambio tra acqua del mare e acqua sorgiva.
Si decide quindi il ritorno alla base ovvero la prosecuzione secondo l’itinerario che segue piu’ avanti (Scheda n.22).
Parcheggio auto: Sul piazzale sovrastante il porticciolo.
Usciti dal porticciolo di S.Caterina, la direzione e’ N.NW. La costa e’ caratterizzata da bassa scogliera nel primo tratto ed immediatamente dopo da scogliera di media altezza degradante via via che si prosegue. I fondali marini sono limpidissimi lungo tutto il percorso. Ben visibile e’ la Torre dell’Alto poiche’ posta su un colle a circ 75 mt. d’altezza Totalmente assenti spiaggette di sabbia fino a Porto Selvaggio (unico sito con una piccola spiaggia, come vedremo appresso).
Si prosegue di buona lena non essendoci particolarita’ da annotare, al fine di raggiungere a circa 2 km. dalla partenza la meta di Porto Selvaggio. Pertanto, dopo aver superato Torre dell’Alto, occorre accostare di molto poiche’ immediata e’ l’insenatura di Porto Selvaggio meritevole di essere attentamente visitata.
La caratteristica “selvaggia” del luogo accessibile dal mare e con molta difficolta’ da terra e’ superiore ad ogni immaginazione.
L’ambiente marino e’ sovrastato da una collina a forte pendio, densamente
alberata.
Si consiglia un approdo ed una sosta colazione nella pineta a ridosso della spiaggia. E’ altresì salutare anche un bagno, poiche’ le numerose sorgenti di acqua dolce creando differenti livelli di temperatura dell’acqua conseguono un effetto benefico e tonificante per il fisico.
Le sorgenti oltre che scorrere in piccoli rigagnoli alla base delle pareti rocciose (se ne sente anche il rumore ), si notano numerose anche in mare tra le alghe verdi , la cui presenza caratterizza la flora del luogo e conferma lo scambio tra acqua del mare e acqua sorgiva.
Si decide quindi il ritorno alla base ovvero la prosecuzione secondo l’itinerario che segue piu’ avanti (Scheda n.22).
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 22 Da S.Caterina a Torre Uluzzo Km.8 a/r
Da Porto Selvaggio (vedi scheda n.21) dopo sosta , si riprende il mare aperto proseguendo verso NW. per altra interessante localita’: Torre Uluzzo, torre ben visibile perche’ posta a 32 mt. in alto rispetto al livello del mare, ridotta in pessimo stato di conservazione rimanendo superstiti (forse per poco tempo ancora…..) solo alcune parti delle pareti.
Per la sua posizione i segnali emessi da questa torre si collegavano a S. con Torre dell’ Alto e a N. con Torre Inserraglio, altra torre che non raggiungeremo, visibile pero’ dal mare se la giornata e’ particolarmente serena e ci si allontana un po’ dalla costa.
Proprio al di sotto della Torre Uluzzo, l’alta costa arida e pietrosa delimita un breve tratto di mare profondo e limpidissimo ed alcune cavita’ e grotte. Anche in questo caso al sito e’ difficoltoso accedere tanto dal mare quanto da terra anche se d’estate non e’ difficile scorgere persone “appollaiate” sui vari costoni.
Da questo luogo, si puo’ allungare un poco per un altro Km sempre verso NW raggiungendo una piccolissima insenatura utilizzata come porticciolo naturale.
La localita’ e’ chiamata dagli abitanti del posto “Lu Rinaru” (traduzione : l’arenile), per la presenza della spiaggetta di sabbia e ghiaia, unica su questo versante; per l'approdo, fare atttenzione ai numerosi ed affioranti scogli.
Da qui, si rientra alla base di S.Caterina. Complessivamente c.a. 17 Km.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N.23 Da S.Caterina alle Quattro Colonne. Km . 4 a/r
Dal porticciolo di S.Caterina dirigendo a S. si raggiunge a breve l’aspide della prospicente scogliera ben visibile fin dalla partenza, che si consiglia doppiare tenendosi ben al largo stante onde rifrangenti e correnti sotteranee.
Si giunge così alla baia di S.Maria al Bagno, signorile approdo ben riparato dai venti dominanti (SW. e W. ).
Alquanto consistente risulta la presenza di sorgenti di acqua specie nei paraggi della scogliera al lato nord della spiaggia.
Ripartendo da S.Maria al Bagno, in breve tempo sempre in direzione S. si arriva in localita’ “Quattro Colonne”, antica fortezza quadrilatera edificata su di una sorgente di acqua dolce ed eretta per difendersi dalle incursioni dei pirati saraceni che necessitavano rifornirsi di acqua dolce.
Se non si e’ programmato il rientro, si potra’ continuare la pagaiata proseguendo ancora verso S., secondo la scheda seguente N.24 .
Dal porticciolo di S.Caterina dirigendo a S. si raggiunge a breve l’aspide della prospicente scogliera ben visibile fin dalla partenza, che si consiglia doppiare tenendosi ben al largo stante onde rifrangenti e correnti sotteranee.
Si giunge così alla baia di S.Maria al Bagno, signorile approdo ben riparato dai venti dominanti (SW. e W. ).
Alquanto consistente risulta la presenza di sorgenti di acqua specie nei paraggi della scogliera al lato nord della spiaggia.
Ripartendo da S.Maria al Bagno, in breve tempo sempre in direzione S. si arriva in localita’ “Quattro Colonne”, antica fortezza quadrilatera edificata su di una sorgente di acqua dolce ed eretta per difendersi dalle incursioni dei pirati saraceni che necessitavano rifornirsi di acqua dolce.
Se non si e’ programmato il rientro, si potra’ continuare la pagaiata proseguendo ancora verso S., secondo la scheda seguente N.24 .
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N.24 Da S.Caterina alla localita’ Montagna Spaccata Km.7 a/r
Procedendo ancora verso S. (vedi scheda n.23), si arriva in localita’ “Montagna Spaccata”, così conosciuta poiche’ la roccia del promontorio a suo tempo fu divisa per dare spazio alla strada litoranea. Il paesaggio e’ caratteristico con il promontorio dominante e la torre che sovrasta la collina, costruita anch’essa intorno al 500 come quasi tutte le altre torri che punteggiano la costa salentina.
Si puo’, a questo punto, approdare sulla spiaggia che si incontra immediatamente dopo il sito indicato per una sosta riposo, per rientrare poi, a S.Caterina.
Procedendo ancora verso S. (vedi scheda n.23), si arriva in localita’ “Montagna Spaccata”, così conosciuta poiche’ la roccia del promontorio a suo tempo fu divisa per dare spazio alla strada litoranea. Il paesaggio e’ caratteristico con il promontorio dominante e la torre che sovrasta la collina, costruita anch’essa intorno al 500 come quasi tutte le altre torri che punteggiano la costa salentina.
Si puo’, a questo punto, approdare sulla spiaggia che si incontra immediatamente dopo il sito indicato per una sosta riposo, per rientrare poi, a S.Caterina.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N. 25 Da S. Caterina a Gallipoli Km. 18 a/r
Quanto si propone é riferito ad una diversa “ passeggiata” da effettuare non secondo il criterio del “Coast to Coast”, ma puntando direttamente verso Gallipoli partendo da S.Caterina. In sintesi, trattasi di una “traversata” con direzione S. verso Gallipoli, antica e famosa località del Salento, porto importante per il traffico commerciale (ittico in particolare) e turistico.
Il tratto misura Km. 18 a/r.
Il suggerimento trova una giusta motivazione tenuto conto che da S.Caterina é ben visibile la cittadina di Gallipoli; che il tratto richiede solo un po’ di “ritmo” in più del solito e comunque diverso dal defaticante impegno coast to coast ; che procedendo diritti ci si allontana un po’ (piacevolmente) dalla costa sempre raggiungibile in pochi minuti. In una parola, un’escursione più “brillante” e comunque sempre modificabile tenuto conto di quanto appresso.
Se , al contrario, si vuole percorrere il tratto od anche una parte di esso pagaiando coast to coast , si prenda nota che la costa è bassa e rocciosa con tratti di sabbia e che in qualsiasi momento si può decidere il rientro.
Due le zone lungo il percorso interessanti perché a vocazione turistica : “Lido Conchiglie” e “Rivabella”. Da prendere nota anche di due ottimi Camping di cui uno agrituristico.
Raggiunto Gallipoli è bene tenere in considerazione il tempo necessario per fare ritorno a S.Caterina che risulta ben distante (in linea d’aria Km 9 ), senza cioè essere tentati di proseguire autonomamente addentrandosi nel porto o cercare altre alternative.
Ciò, perché l’eventuale escursione lungo la costa gallipolina viene successivamente proposta in altra apposita scheda.
martedì 13 maggio 2008
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N 26 Da Gallipoli a Gallipoli : circumnavigazione citta’ vecchia, isola di S.Andrea per un totale di Km. 5 c.a.
Costa: Versante Jonico
Condizioni Meteo: Dovendo circumnavigare l’ isola della Citta’ vecchia gia’ collegata da un ponte in muratura al nuovo centro urbano, occorre che le condizioni meteo della giornata siano prudenzialmen te valutate, poiche’ la posizione geografica della citta’ la espone ai venti di tutti i quadranti.
Localita’ base: Presso il piazzale sottostante il castello Angioino, ben visibile dal ponte sotto il quale si dovra’ transitare per raggiungere la base di partenza.
Come si arriva: Da Lecce superstrada n.101 Km 35 o litoranea se provenienza da altra zona del litorale.
Parcheggio auto: A pagamento sul piazzale (vedi sopra), ovvero, dopo aver scaricato i Kayak, nel parcheggio libero situato nel porto mercantile raggiungibile facilmente poiche’ situato nei paraggi del punto base di partenza.
Il percorso che e’ stato previsto nella scheda seguente si riferisce alla “circumnavigazione” dell’ antica citta’ di Gallipoli.
La scelta si deve ritenere quasi obbligata, poiche’ se per il “comune” turista
la visita della Citta’ e’ soltanto possibile a piedi, per il Kayaker e’ quella di circumnavigarla , comunque godendo in maniera unica della suggestiva veduta delle antiche mura poste a cinta della citta’ e delle facciate delle numerose chiese che dal mare hanno un effetto particolare.
Usciti dalla base ubicata nel seno del Canneto lasciando il Castello alle spalle, prestando attenzione ai numerosi pescherecci, si procede oltrepassando il ponte dirigendosi nel porto mercantile. Si punta verso N. e si raggiunge il faro posto al vertice dell’imboccatura del porto. Da qui subito a sinistra l’inizio delle mura fortificate della citta’ vecchia.
Prima di questo evento troveremo la suggestiva spiaggia della Purita’ cosi’ denominata perche’ sovrastante ad essa e’ l’antica omonima chiesa.
Continua quindi il panorama di mura e bastioni finche’ doppiato il capo della Purita’ incrociamo sulla destra l’isolotto del Campo e di fronte ad esso lo scoglio dei Piccioni. A questo punto sara’ possibile allungare il percorso di un miglio circa raggiungendo l’isola di S.Andrea ove e’ possibile una ricognizione al vivaio ittico naturale ed alla “casa del faro”, previa autorizzazione della Capitaneria del Porto..
Si riparte puntando per l’isola dei piccioni e subito si riprende la veduta della citta’ vecchia rientrando nel seno del canneto e quindi al punto di partenza.
Continua quindi il panorama di mura e bastioni finche’ doppiato il capo della Purita’ incrociamo sulla destra l’isolotto del Campo e di fronte ad esso lo scoglio dei Piccioni. A questo punto sara’ possibile allungare il percorso di un miglio circa raggiungendo l’isola di S.Andrea ove e’ possibile una ricognizione al vivaio ittico naturale ed alla “casa del faro”, previa autorizzazione della Capitaneria del Porto..
Si riparte puntando per l’isola dei piccioni e subito si riprende la veduta della citta’ vecchia rientrando nel seno del canneto e quindi al punto di partenza.
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA 26 bis Da Gallipoli a Torre Pizzo Km. 13 a/r
Alla scheda precedente (n.26) si puo’ agganciare l’itinerario Gallipoli-Torre Pizzo. Si premette che il percorso dal porto di Gallipoli e fino al “pizzo” in linea d’aria e’ di Km. 13 a/r. Ove lo stesso percorso lo si vuole adottare coast to coast e’ di 21 Km c.a.
Suggeriamo il percorso diretto almeno all’andata; poi per il ritorno…..si vedra’.
Tanto perche’ la costa, sabbiosa nel primo tratto (circa la meta’) ed a scogliera bassa nell’ultimo, e’ alquanto monotona fino alla dorsale di punta Pizzo. Valida in ogni caso la pagaiata diretta e con cio’ piu’ vigorosa.
Costa : Versante Jonico
Condizioni meteo: Buono N.NE.E.SE Traversie NW.W.S.
Localita’ base: (vedi scheda n.26)
Come si arriva: (vedi scheda n.26)
Parcheggio auto: (vedi scheda n. 26)
Si esce dalla base ubicata nel seno del Canneto;
si procede in senso inverso rispetto alla direzione
come indicata alla scheda n. 26; non si oltrepassera’ quindi il ponte, che si lascera’ alle spalle ;
ci si dirigera’ verso S. puntando verso la torre di Punta Pizzo ben visibile fin dalla partenza.
Si rientrerà scegliendo un'andatura abbastanza sostenuta se siamo al calar del sole...
LA COSTA SALENTINA IN CANOA
SCHEDA N.27: Da Torre Vado a S.Maria di Leuca Km.20 a/r
Il percorso che si propone dev’essere commentato in maniera particolare poiche’ la base di partenza potra’ essere scelta in alternativa tra:
1- Torre Vado
2- S.Maria di Leuca
Si scegliera’ base S.Maria di Leuca se si e’ presa in considerazione tanto la scheda n.14 quanto la scheda n.14 bis. Cio’ perche’ all’ itinerario della scheda n.14 bis, che prevede l’escursione alle grotte “di ponente”, puo’ aggiungersi l’itinerario della presente scheda letta in maniera inversa.
La scheda che segue, pero’, prende in considerazione come base Torre Vado, localita’ del versante Jonico sulla litoranea Gallipoli-S.Maria Leuca sulla costa Ugentina.
Costa : Versante Jonico
Condizioni meteo: Buono SE.NE.E.N. se vento moderato
Traversie:NW.W.S.SW.
Localita’ base : Torre Vado.
Come si arriva: Provenendo da Gallipoli : litoranea Gallipoli S.Maria a circa 35 Km. da Gallipoli;provenendo da Lecce : superstrada Lecce-Gallipoli (n.101) e continuazione su supestrada Gallipoli-S.Maria Leuca (n.274) con uscita a Ugento per immettersi sulla litoranea per S.Maria di Leuca.
Imbarco: Porticciolo Di Torre Vado (Sotto la torre cilindrica
facilmente individuabile ed in ottimo stato di conservazione).
Sosta dell’auto: Nel parcheggio antistante il porto ovvero nelle immediate vicinanze.
Siamo qui sulla costa ugentina nota per villaggi turistici, stazioni balneari, ville padronali ed altre strutture ricettive; comprende le localita’ di Torre S.Giovanni, Torre Mozza, Torre Pali, Pescoluse, Torre Vado, Torre S.Gregorio.
La costa e’ prevalentemente sabbiosa specialmente nella prima parte e caratterizzata dalle “Secche di Ugento” che si estendono al largo per circa 3,5 Km. su un fronte di circa 6 Km. terminando a S. con due scogli affioranti detti “Cavallo” e “Giumenta”. Altre secche e scogli affiorano nel complesso sistema delle secche ugentine. Pertanto al Kayaker occorre raccomandare la massima attenzione richiedendo notizie in loco.
Dopo Torre S.Gregorio e fino a S.Maria di Leuca il paesaggio cambia aspetto poche’ inizia il tratto comprendente le grotte di ponente. (vedi 14bis)Torre Vado-fino a punta Ristola (subito dopo S.Maria di Leuca)
Partiti dal porticciolo di Torre Vado, ci si dirige a S. speditamente
raggiungendo l’ insenatura di S.Gregorio a circa 4 Km., ove annotiamo uno scalo artificiale e due ciottolose spiaggette utilizzabili per un temporaneo approdo.
Si riprende, pagaiando lungo la bassa scogliera che si sviluppa a forma di dente per circa 1 km., raggiungendo immediatamente due insenature comprese nel’arco di un altro Km. Si punta poi verso Torre Marchiello piu’ a S. (ormai rudere), che da’ il nome alla punta su cui sorge. (altri 2 km.) . Nei pressi di Torre Marchiello la costa comincia a mostrare i segni delle numerose grotte cosi’ dette “ di ponente “ (vedi dettagli su scheda n.14bis), che si susseguiranno fino a punta Ristola; poi l’ultimo tratto fino al porto di S.Maria di Leuca (altri 2 Km.).
In totale il percorso Torre Vado-S.Maria di Leuca risulta di Km. 20 a/r.
La costa e’ prevalentemente sabbiosa specialmente nella prima parte e caratterizzata dalle “Secche di Ugento” che si estendono al largo per circa 3,5 Km. su un fronte di circa 6 Km. terminando a S. con due scogli affioranti detti “Cavallo” e “Giumenta”. Altre secche e scogli affiorano nel complesso sistema delle secche ugentine. Pertanto al Kayaker occorre raccomandare la massima attenzione richiedendo notizie in loco.
Dopo Torre S.Gregorio e fino a S.Maria di Leuca il paesaggio cambia aspetto poche’ inizia il tratto comprendente le grotte di ponente. (vedi 14bis)Torre Vado-fino a punta Ristola (subito dopo S.Maria di Leuca)
Partiti dal porticciolo di Torre Vado, ci si dirige a S. speditamente
raggiungendo l’ insenatura di S.Gregorio a circa 4 Km., ove annotiamo uno scalo artificiale e due ciottolose spiaggette utilizzabili per un temporaneo approdo.
Si riprende, pagaiando lungo la bassa scogliera che si sviluppa a forma di dente per circa 1 km., raggiungendo immediatamente due insenature comprese nel’arco di un altro Km. Si punta poi verso Torre Marchiello piu’ a S. (ormai rudere), che da’ il nome alla punta su cui sorge. (altri 2 km.) . Nei pressi di Torre Marchiello la costa comincia a mostrare i segni delle numerose grotte cosi’ dette “ di ponente “ (vedi dettagli su scheda n.14bis), che si susseguiranno fino a punta Ristola; poi l’ultimo tratto fino al porto di S.Maria di Leuca (altri 2 Km.).
In totale il percorso Torre Vado-S.Maria di Leuca risulta di Km. 20 a/r.
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